Uno sguardo veramente libero fonda la pace. Una sfida per tutti

Alcuni amici, che si sono firmati “amici di marzo” hanno diffuso questo giudizio che vi proponiamo per rifletter sul tema della libertà e della pace.

Nel conflitto attuale, emerso con la brutale invasione militare della Ucraina da parte della Federazione Russa, sono in gioco poteri commerciali e militari. Non nasce da oggi.
Emerge la necessità di maggiore peso dell’Europa. Per porre fine al conflitto e per evitarne altri.
Non si tratta solo di non rimanere schiacciati in un mercato dove la polarizzazione tra Oriente e Occidente si sta bilanciando diversamente.
Si tratta di vedere se c’è davvero una peculiarità che rende l’Europa e noi in essa “qualcosa di diverso” da un mero pezzo di mercato.

La grande questione in questo cambio d’epoca – attraversato da pandemia e dalla terza guerra mondiale a pezzi contro cui il Papa alza la voce e la preghiera – è infatti la libertà.

Sembrava lei il centro dell’Europa, nata per garantire più libertà alle persone e al lavoro.
Ma ora di quale libertà parliamo? Occorre un giudizio chiaro in merito, se si vuole costruire un’Europa più giusta, capace anche di mediare nei conflitti.
Troppe vicende anche recenti rendono complicata e ambigua la faccenda. C’è stato un evidente fiancheggiamento commerciale delle leadership europee alle superpotenze orientali e Usa. E l’ipotesi sempre saggiamente indicata dagli ultimi pontefici, ovvero che l’Europa non può esistere se rinnega l’identità anche cristiana e se non respira con due polmoni, occidentale e orientale, è stata contrastata e disattesa dalle stesse scelte europee.

Negli ultimi decenni la libertà sembra ridotta al suo fantoccio. La si intende quasi solo come libertà di comprare. Altri elementi della libertà sono stati messi in questione dallo strapotere della ragnatela informatica e dal rafforzato centralismo statale in molti campi, ad esempio il welfare e la solidarietà. Controllatissimi (nelle azioni nei gusti nelle idee) ma liberi di comprare. Una simile libertà viene consentita anche nei regimi dittatoriali, che dominano infatti ormai il 50% del mercato.

Ma la libertà è un bene spirituale innanzitutto. È quella energia che si esprime come disponibilità verso l’altro e verso il bene comune. Se sei solo libero di avere non sei un uomo libero.
La libertà è quella risorsa interiore, dell’essere, che ti rende disponibile a metterti insieme ad altri per fare la società, che ti fa sentire l’altro non come competitor o avversario.

Senza una nuova stagione della autentica libertà l’Europa sarà un fantoccio debole.
Tutti possono impegnarsi favorendo l’esistenza di luoghi educativi, sociali, politici dove la libertà vera sia protagonista. È la cosa più concreta da fare per favorire la pace.
Per essere davvero Europa, e non una sezione secondaria del supermarket. Demandare solo alla politica e ai governanti la libertà è il primo segno della sua mancanza.
Siamo Europei perché siamo liberi. Non per grazia dei potenti o dei mercati, ma perché riconosciamo nella natura umana un riflesso di quella di Dio.
Uno sguardo diverso sull’uomo fonda la libertà e la pace.

Amici di marzo