I am what I am…

Quante volte ci siamo detti che la modernità soffre di autofagia ed è destinata a crollare su se stessa.
Riprendo alcune riflessioni da un paio di articoli, Boffi su Tempi (1) e Quagliariello su Huffington Post (2), sul tema del ddl Zan:
“il Pd è finito in un vicolo cieco. Da un lato, lotta per la parità di genere, dall’altro, combatte perché questo genere sia fluido, non definibile, non sia un’identità ancorata a un dato biologico.
Quindi Enrico Letta impone la sua linea perché ai vertici dei gruppi di Camera e Senato vi siano due donne per combattere il “maschilismo” del partito, ma poi si schiera a favore di una legge che punisce chi crede esistere una differenza sessuale tra uomini e donne.

… immaginiamo che domani, dopo l’approvazione del ddl Zan, Andrea Marcucci, ex capogruppo del Pd al Senato, escluso dalla carica a favore di Simona Malpezzi per il solo fatto di essere “uomo”, si svegli e dica: “Mi sento donna, rivoglio il mio posto di capogruppo”. Con quali argomenti si potrebbe contestare questa sua legittima aspirazione?
Se Marcucci si “sente” donna, “è” donna. E chi lo nega è transofobo in base alla legge Zan. Ma se Marcucci “è” donna come Malpezzi, perché la seconda ha più diritti di lui (lei) al ruolo di capogruppo ?”

L’avvertimento finale dei secondini dei carceri californiani per sole donne (in attesa dell’arrivo di centinaia di trans che hanno chiesto il trasferimento) alle detenute è (tragi)comico e smonta tutta la sovrastruttura retorica sul gender: fate attenzione (agli stupri) perchè “Men are coming”.

Brigante ricognitore


Fonti
(1) www.tempi.it
(2) huffingtonpost.it