Realizzati?

Le leggi della demografia (e della statistica) sono cieche e inesorabili.
L’articolo di Berlicche spiega mirabilmente (e con la consueta ironia) i motivi di demonizzazione della famiglia e l’irrisione esplicita verso l’idea di avere figli (i grassetti sono miei).

Brigante ricognitore


Berlicche ha scritto:

Vi siete chiesti perché il matrimonio come istituzione è in crisi? Perché si sono fatte saltare alcune delle sue premesse.
La famiglia è quel nucleo originale dove il maschio si procura il cibo e protegge con la sua forza, la femmina cura e protegge con l’amore, e i due allevano figli educandoli a diventare adulti.
Il matrimonio fedele e monogamico è il contratto che rende stabile questo tipo di società: la donna può contare su qualcuno che difenda lei e la sua discendenza, l’uomo ha la sicurezza che i figli siano suoi e vengano allevati con amore. Sì, l’orribile famiglia patriarcale. Che è stato per millenni il metodo migliore di tirare avanti: l’essere umano è fatto così, la realtà è fatta così.

Proviamo adesso a immaginare una società dove ci si procura il cibo attraverso il lavoro che qualcuno offre. Questo qualcuno avrà tutto l’interesse a pagare quel lavoro il meno possibile; più mano d’opera sottopagata, maggiori guadagni.
Qui l’ideona: facciamo lavorare anche le donne, pagando due al prezzo di uno. Se si danno meno soldi agli uomini, così che un solo stipendio non basti alla famiglia, si obbligano anche le donne a lasciare la casa. Ma chi si occupa poi dei figli? Facciamo allora in modo di avere meno figli. Scoraggiando dal metterli al mondo, tramite campagne di demonizzazione: chi ha prole contribuisce alla sovrappopolazione, e si diverte di meno. Poi tramite politiche che penalizzino la famiglia numerosa. E anche rendendo facile non averne, magari spingendo ad uccidere il concepito casuale. E sì, pure propagandando un tipo di rapporti intrinsecamente sterili.

La famiglia porta doveri; rendere schiavi dei piaceri fa dimenticare quei doveri e respingere chi li esige. L’eterno bambino non si sposa, non si assume responsabilità.
Senza figli cade il motivo più pressante di tenere unita una famiglia; il sesso senza riproduzione non ha bisogno di un compagno o di una compagna stabile, e confondere amore con innamoramento è la maniera migliore per bacare fin dall’inizio qualsiasi rapporto.
Se in famiglia non hanno tempo, eventuali figli li educherà lo stato: prima si sottraggono a quegli incoscienti che vogliono averli comunque, meglio è.

Capito come mai i colossi dell’economia mondiali ostentano arcobaleni e organizzano corsi di inclusione? Ci sono molte ragioni, ma basterebbe anche solo il calcolo economico. Una persona che non è in una famiglia è uno schiavo che riverserà il suo interesse nel lavoro. Nessuno che ti aspetta a casa, puoi fare lo straordinario, guadagnare, far carriera. Davvero quanti appoggiano questo modo di pensare sono dalla parte dei lavoratori?

E qual è la maniera, per un uomo, una donna, di essere davvero felice? Cosa significa “realizzarsi”? Forse che non si è reali, quando si hanno figli, quando si ama la propria moglie, il proprio marito?

Fonte: https://berlicche.wordpress.com